La didattica a distanza ha rappresentato una misura emergenziale: ma per il benessere psicofisico dei ragazzi, si sa, che era fondamentale riprendere la scuola in presenza.
La dad ha rappresentato una grande risorsa ma, protratta nel tempo, può avere risvolti negativi: in generale l’assenza di confronto e di tutti gli aspetti educativi legati alla scuola in presenza ha molteplici sfaccettature.
Possiamo assistere a fragilità in termini di competenze emotive che, molto spesso, dal punto di vista del comportamento si manifestano, per esempio, in un ritiro relazionale, in una introversione, in timidezza, fino ad arrivare a fenomeni estremi.
I disturbi più frequenti: quello che si può riscontrare, anche se in modo sfumato, è una riduzione delle capacità relazionali soprattutto in alcune fasce d’età, in particolare dagli 11 ai 14 anni, il segmento della scuola media.
Per i più grandi, una maggiore autonomia fa sì che vadano a ricercare anche nei social media forme di parziale compensazione. Un fenomeno molto diffuso che si è osservato è l’aumento dei disturbi d’ansia e anche di alcune forme di di autolesionismo.
Questo perché probabilmente i livelli di ansia, di paura dell’imprevedibilità verso il futuro vissuti in questo periodo dai genitori molto spesso sono stati percepiti anche dai bambini.
Per i ragazzi, dunque, l’isolamento a casa è pericoloso. Si tenga conto che in adolescenza un fenomeno legato proprio all’assenza di interazioni, alla possibilità di sentire il disagio e di esprimerlo attraverso il corpo sono le somatizzazioni. E sono stati registrati durante la pandemia un aumento di emicrania, di disturbi del sonno, di irritabilità.
Questi sintomi molto spesso possono sfociare verso un malessere sfumato ma in alcuni casi la diagnosi diventa conclamata, tanto che si ricorre all’uso di farmaci per esempio per regolare i disturbi del sonno negli adolescenti.
Molte forme di competenze motorie che sono state anche limitate dall’assenza di sport, sono andate a sfociare spesso in aggressività tra i giovanissimi.
Sono sintomi anche singoli che non sempre concorrono a fare diagnosi però generano malessere e il possibile accesso in ospedale.
Ecco perché si ritiene che la scuola in presenza sia fondamentale per riprendere in mano la normalità della vita non solo in termini di socialità ma anche di regolazione emotiva, di confronto stimolante e di sana socializzazione.
Ennio Silvano Varchetta