ROMA – Al terzo posto per numero di iscritti e al primo per numero di ore di utilizzo, il popolo italiano del social network è presente più che mai. La partecipazione italiana risulta infatti essere più intensa addirittura della popolosissima Cina, mentre, stando ai dati di Facebook, le presenze di Africa e Sudamerica risultano praticamente nulle. Che i loro popoli abbiano ben altro da fare? Sicuramente i loro ragazzi patiranno altre problematiche di quell’autismo digitale che spesso preoccupa intere famiglie, di generazione in generazione sempre più allarmate.
Ore passate davanti al pc, a chattare o a postare i propri aggiornamenti in bacheca, gli adulti di domani avranno seri problemi di formulare pensieri complessi. Questa l’opinione di una comunità psichiatrica sempre più in allerta contro il nemico schermo la quale, dopo un’estenuante lotta contro la tv padrona dei salotti domestici, si scaglia contro il punto fermo delle scrivanie d’Italia (e non solo, considerando i tablet, gli i-phone o i netbook comodissimi anche a letto!).
Lo chiamano “autismo digitale” ed è la perdita di contatto con la realtà e di alcuni sensi come il tatto (poco stimolato dai soli clic) a favore di altri come la vista e l’udito. Anche la capacità verbale sembra essersi già sottomessa alle chat diventando sempre più semplificata e povera. Infatti nei messaggini di Facebook, così come negli sms, regna un linguaggio abbreviato, senza fantasia, senza articolazione formale o non formale. Regna un linguaggio per così dire codificato, in cui le lettere altro non sono che simboli molto simili a numeri e segni.
Addirittura sembra già essere avvenuto il sorpasso del pc sulla tv: secondo una ricerca condotta dalla Società italiana di pediatria solo il 15% circa di ragazzi tra i 12 e i 14 anni preferirebbero la signora televisione; l’abbondante maggioranza (67%) passa la maggior parte del proprio tempo davanti al pc e per fare cosa? Navigare sui social network.
Il bello di tutto ciò è proprio questo: il pc potrebbe essere usato per scopi a dir poco costruttivi: informarsi, fare ricerche, acculturarsi, scoprire nuovi mondi, far sentire la propria voce. Invece diventa lo strumento per eccellenza per mostrarsi, far parlare di sé, spettegolare…vivendo attraverso l’alone di uno schermo e con un bagaglio pieno solo di nomi e fotografie in costume…
Vittoria Citarelli