Ven. Giu 20th, 2025

Bankitalia presenta il rapporto sulla stabilità finanziaria

ROMA – Il 2 novembre la Banca d’Italia ha pubblicato il secondo rapporto sulla stabilità finanziaria. Gli scenari esaminati evidenziano che il peggioramento delle prospettive di sviluppo ha indebolito la credibilità degli emittenti privati e pubblici, con un conseguente elevato indebitamento. Un tale attrito ha coinvolto il sistema bancario tutto, mettendo a repentaglio la stabilità finanziaria mondiale. Nell’Eurosistema la crisi del debito sovrano ha colpito anche l’Italia e la Spagna. Ad oggi sono diffusi i timori di un ulteriore indebolimento, con eventuali ripercussioni su investimenti e consumo.
Le possibilità di intervento da parte del settore pubblico sono limitate e le difficoltà delle banche sono strettamente connesse con quelle degli emittenti sovrani. I provvedimenti determinati dal Consiglio europeo il mese scorso mirano al consolidamento delle competenze di intervento dello European Financial Stability Facility, alla realizzazione di un nuovo programma di appoggio alla Grecia, all’organizzazione di misure per la ricapitalizzazione dei principali intermediari ed alla predisposizione di coperture per le emissioni di obbligazioni bancarie. Date le difficoltà riscontrate dai governi nazionali nella realizzazione di politiche in grado di risanare i conti pubblici e agire sulle aspettative di reddito futuro appoggiando la domanda, si teme l’avvio di una spirale negativa caratterizzata dal peggioramento delle finanze pubbliche e dalla contrazione dell’attività produttiva. Si sta peraltro assistendo ad un deleveraging di imprese e famiglie, in particolar modo nelle economie con alti livelli di indebitamento. Questa propensione potrebbe scoraggiare la domanda qualora accelerasse o si diffondesse ulteriormente.
Ad oggi la crisi del debito pubblico dei paesi europei costituisce il maggiore fattore di rischio per l’economia globale. Nell’ Eurozona le preoccupazioni sul debito sovrano si riflettono sulla potenzialità di raccolta delle banche nel medio e lungo periodo e sul loro apprezzamento da parte dei mercati. L’offerta di fondi europei permette agli intermediari di bilanciare la scarsa liquidità dei mercati della raccolta all’ingrosso nel breve termine, ma le persistenti tensioni potrebbero comportare una recrudescenza degli accordi per la concessione di crediti ed una flessione dei bilanci bancari.
Se da un punto di vista finanziario l’Italia sta pagando la crescita insufficiente e l’elevatezza del suo debito pubblico, essa presenta un limitato disavanzo di bilancio rispetto ad altre forti economie, un contenuto indebitamento del settore privato, una certa solidità bancaria ed un ristretto debito estero. Fonti governative hanno pronosticato che nei prossimi tre anni il rapporto debito/PIL si ridurrà consistentemente. Secondo il Rendiconto di Bankitalia quando il nostro paese raggiungerà gli obiettivi di risanamento il rapporto diminuirà e si assesterà anche se i rendimenti dei titoli di Stato dovessero raggiungere importanti aumenti.
Le aziende soffrono la contrazione dell’attività economica e molte indagini riportano attese di un deterioramento delle condizioni di concessione del credito e dell’attività.
La condizione finanziaria delle famiglie risulta generalmente solida, il grado di indebitamento è limitato ed il risparmio è caratterizzato da investimenti a basso rischio. Il Rapporto evidenza limitati rischi di un rilevante aumento degli oneri finanziari. Sono le famiglie a basso reddito, che detengono una percentuale contenuta dei prestiti bancari, ad essere esposte ai rischi maggiori.
Il sistema bancario italiano ha una limitata esposizione verso i paesi soggetti a programmi di sostegno finanziario tanto sul mercato dei crediti default swap che su quello dei titoli. Il Rapporto offre valutazioni che, presupponendo una progressiva trasmissione dei nuovi rialzi dei rendimenti sui titoli pubblici ai tassi bancari, segnalano un possibile contenuto ribasso della dinamica del credito alle imprese per il prossimo anno mentre quella dei prestiti alle famiglie dovrebbe restare invariata. Il flusso di sofferenze con riferimento agli impieghi sta lentamente diminuendo. L’esposizione estera delle banche italiane si contrae, ma al suo interno, crescere quella verso i paesi dell’Europa centrale e orientale, contraddistinti da positive prospettive di crescita e da alti rischi macroeconomici.
La scarsa liquidità sui mercati internazionali dei capitali influisce sulla capacità di raccolta delle banche anche se la provvista al dettaglio aumenta gradualmente. Senza una riapertura dei mercati all’ingrosso, le banche italiane ricorreranno sempre più spesso al rifinanziamento presso l’Eurosistema. Il sistema bancario nel nostro paese presenta, peraltro, considerevoli attività destinabili a garanzia presso la banca centrale.
Le banche italiane, nel corso dell’anno, hanno consolidato il loro patrimonio attraverso aumenti di capitale e capitalizzazioni degli utili. Considerevoli dotazioni di capitale dovrebbero permettere agli intermediari italiani di fronteggiare ipotetiche crisi conservando una robusta posizione patrimoniale e ripristinando la raccolta sui mercati all’ingrosso.
Gli scambi interbancari sono diminuiti e sono stati caratterizzati da tipologie contrattuali adeguate a limitare i rischi di liquidità e controparte.
Infine il mercato dei titoli di Stato si presenta con un’operatività stabile anche se ha visto contrarsi sistematicamente la liquidità nei momenti di maggiore tensione.

Eleonora M. Pani

di Redazione

Giornalista Professionista. Direttore di New Media Press

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