Ven. Giu 20th, 2025

Augusteo, di scena “Banana Blu”: Gianfranco Gallo & C, per ridere, riflettere e cambiare

Napoli. Risate garantite e non solo quelle, fino al 30 gennaio all’Augusteo con “Un vizietto napoletano”, scritto, diretto, musicato e interpretato da Gianfranco Gallo. Insieme a lui: Gianni Parisi, Gianluca Di Gennaro, con la partecipazione superesilarante di Salvatore Misticone. Nel cast pure: Stefania Aluzzi, Lisa Imperatore, Gianluigi Esposito, Raffaele Parisi, Giosiano Felago, Nando Romano.
Lo spettacolo, prodotto da Prospet, è liberamente ispirato a “La cage aux folles” ed è datato 2000. Si presenta con caratteristiche decisamente proprie oltre ad un’ambientazione spiccatamente partenopea, personaggi prevalentemente campani, una “bananina” tipicamente romana, distaccandosi sia dal testo francese del 1973 che dal successivo film italiano del 1978, “Il Vizietto”, di Eduard Molinaro, con Michel Serrault e Ugo Tognazzi, e viene presentato al pubblico in una interessante versione rinnovata.
Le scene sono curate da Flaviano Barbarisi, i costumi da Anna Giordano e le musiche di scena da Vincenzo Sorrentino.

In “Un vizietto napoletano”, Gallo presenta una profonda visione del mondo dei travestiti, nella quale non spiccano tanto le parrucche e le paillettes, quanto una “diversità” che finisce con risultate più normale e soprattutto più vera della comune “normalità” che si rivela in questo caso è in tanti altri artefatta.
Antoine Spinelli è interpretato con notevole impegno da Gianni Parisi, è caratterizzato da una parlata naif, divertente quanto sobria, che sottolinea la qualità dell’interpretazione del personaggio che è altro da quella di Ugo Tognazzi, così come il lavoro vuole essere “altro” dal Vizietto. Lo scopo evidente di Gallo non è quello di rendere omaggio al testo di Molinaro, riprendendo con originale visione e interpretazione i temi principali, ancora oggi di assoluta attualità.

Nel celebre teatro napoletano rivive in questi giorni il famoso locale “Banana Blu” gestito dall’’ancora affascinante, per quanto ormai attempato, Antoine Spinelli compagno della drug queen Butterfly. Sembra che tutto fili più o meno liscio – crisi economica a parte – finché la “stella” del locale apprende di avere una figlia di 25 anni, prossima al matrimonio con il fratello di un politico conservatore e dichiaratamente antigay. La ragazza giunge al ritrovo alla ricerca di suo padre del quale ha appena appreso l’identità dalla madre carcerata, per presentarlo all’esigente famiglia di lui che me esige la conoscenza alla cena di fidanzamento, altrimenti ostacolerà il matrimonio e, soprattutto, taglierà i viveri al futuro sposo che vive del sostentamento del dispotico germano, congiunto ad una consorte quanto lui formale e ipocrita che ha da nascondere più di quanto si possa immaginare.
Allegra musica e gag comiche, scintillanti paillettes e lunghe ciglia finte, pesante trucco e parrucco vistosamente cotonato: spiccano i simpatici personaggi della commedia, autentici nella loro umanità, insieme ai fantocci della politica più falsi e opportunisti che mai, come da copione
spesso conforme alla realtà.
Spiccano, tra i personaggi, interpretati con impegno e piacevole coinvolgimento del pubblico dagli attori, le spiritose bananine, soubrettine non più giovanissime e non particolarmente avvenenti, dalla estrasmall alla extralarge size: Coccinelle, Gilda, Nannarè, Pollicina, componenti di un’eterogeneo quanto singolare corpo di ballo, al limite del grottesco, quanto ricche di genuina umanità.
Impossibile resistere e non ridere davanti all’improvvisato maggiordomo/cameriere Misticone, che si presenta come da specifica richiesta dei padroni, con un’improponibile francese e un’altrettanta improponibile formalità metodicamente sfuggente, lasciando allibiti i malgraditi ospiti.
Fra trans, politica, sincerità e menzogna, lo spettacolo incalza soprattutto nella seconda parte, generando un vortice di situazioni dalla spiccata comicità che, con tanta ironia e un pizzico di saggezza, punta a indagare la diversità di genere, argomento di sempre spiccata attualità, con rispettoso realismo.

Il regista evidenzia l’aspetto umano dei personaggi omosex, che sono pure protagonisti di una pellicola cinematografica diretta dallo stesso regista: il film drammatico “Dodici repliche” prossimamente in uscita.
Si tratta di una storia ambientata ai tempi dell’approvazione della Legge Cirinnà (2016). La igura principale è quella di Andrea Michelini (Gianfranco Gallo), detto “Gigì” o anche Butterfly, apprezzato artista che si accinge a debuttare in teatro appunto per le ultime dodici repliche di un applaudito spettacolo dal titolo “Banana Blu”, versione napoletana de “La Cage aux folles”, scritto dallo stesso Michelini è ormai alla sua quinta stagione.
In scena pure il suo compagno di vita Rolando Spinelli (Gianni Parisi).
“Dodici Repliche non vuol essere la versione cinematografica di uno spettacolo teatrale, ma un’opera audiovisiva che intende rappresentare un momento storico-sociale molto significativo – sottolinea Gallo – quale il passaggio da un’omosessualità vintage, durante la quale per farsi accettare si era costretti ad interpretare uno stereotipo che potesse essere gradito al costume di quel tempo, fino alla conquista dei diritti del movimento LGBT”.

Teresa Lucianelli

di Redazione

Giornalista Professionista. Direttore di New Media Press

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