Anti-infiammatori: attenzione nei casi di Coronavirus

Anti-infiammatori: attenzione nei casi di Coronavirus

Attenzione più che mai ai farmaci da assumere in questo periodo. Gli specialisti raccomandano: no all’automedicazione, può spianare la strada al Sars CoV 2

Secondo  gli ultimi studi, l’uso degli anti-infiammatori potrebbe influire negativamente sull’organismo, aggravando i sintomi di Covid-19. Queste le osservazioni del medico francese Jean-Louis Montastruc, dell’ospedale di Tolosa. Il clinico d’oltralpe sostiene che l’assunzione di questi farmaci può aumentare il rischio di complicazioni in caso di febbre o d’infezione.

Come riportato anche in un tweet pubblicato dal ministro della Salute francese Olivier Véran, che mostra l’attento interesse governativo per la tesi di Montastruc, l’assunzione di farmaci antinfiammatori, in particolare ibuprofene e cortisone, aggraverebbe  l’infiammazione di chi è contagiato dal Sars CoV 2 e presenta la patologia respiratoria da Covid-19, causata appunto dal nuovo coronavirus responsabile  dell’attuale pandemia che l continua a mietere vittime ovunque.

Olivier Véran, convinto sostenitore di quanto afferma  Montastruc, si è pronunciato su Twitter e consigliando di assumere il paracetamolo per abbassare la febbre, in linea con quanti asseriscono pubblicamente da settimane parimenti altri eminenti specialisti di diverse nazionalità, inclusi quelli italiani pure orientati già da tempo in tal senso.

“L’assunzione di farmaci anti-infiammatori può aumentare il rischio di complicazioni in caso di febbre o infezione”, sostiene  Jean-Louis Montastruc, capo della Farmacologia al nosocomio di Tolosa.

“Se siete sotto anti-infiammatori o avete dei dubbi, chiedete consiglio al vostro medico”, raccomanda il ministro francese.

Sul tema di pressante attualità, si sono pronunciati pure gli esperti dell’ospedale universitario di Losanna, schierati assolutamente contro l’assunzione di antiinfiammatori in caso di sintomi simil-influenzali che potrebbero essere causate proprio dal Sars CoV 2.

Sulla base delle conoscenze attuali, gli esperti del polo sanitario elvetico – tra i 10 migliori al Mondo in base alle valutazioni americane – invitano la popolazione ad assumere farmaci a base di paracetamolo  nei casi in cui occorra abbassare la temperatura corporea. La Direzione del polo svizzero ha ultimamente smentito una notizia falsa circolata su social media francesi, in base alla quale tre giovani pazienti, senza altri fattori di rischio se non l’assunzione di FANS, sarebbero sati ricoverati con Covid-19.

I clinici italiani, a proposito del legame tra Covid-19 e i FANS, farmaci antiinfiammatori non steroidei,  sostengono che non vi siano attualmente sufficienti indicazioni per suggerire una sospensione dei trattamenti, in particolare modo nei m pazienti con febbre alta che non rispondono al solo paracetamolo.

È oltre che opportuno, importante evitare l’automedicazione, raccomandano: l’assunzione di questa classe di farmaci e del paracetamolo, abbassa la temperatura corporea e può celare dunque un’infezione con pochi sintomi, ritardando di fatto la diagnosi e, di conseguenza, il trattamento, con le inevitabili implicazioni anche gravi che possono derivare dalla non tempestività in queste delicate situazioni.

Va pure detto che nei pazienti con ridotta frazione di eiezione, deve essere evitato l’impiego dei FANS, giacché possono compromettere la funzionalità cardiaca. L’uso del cortisone, di cui si parla nel tweet del ministro della Salute francese, va consigliato esclusivamente su specifica indicazione del medico e solo in determinati casi: a dosi elevate agisce infatti quale immunosoppressore e può perciò rendere l’organismo particolarmente vulnerabile al coronavirus. Ovvero spianare la strada all’aggressione del temuto Sars CoV 2, invece di contrastarne l’azione.