Un Museo Forense a Santa Maria Nova. Foro Romano tra restauri di pregio e celebrazioni per Giacomo Boni.

Un Museo Forense a Santa Maria Nova. Foro Romano tra restauri di pregio e celebrazioni per Giacomo Boni.

Non è poi così frequente che nello stesso periodo un monumento diventi oggetto di una articolata serie di interventi di natura pubblica e privata, di restauro e tutela, di accurata ricerca, progettazione e allestimento, e che questi interventi siano tutti di elevatissimo pregio.

Quando questo accade a Roma, capitale di una nazione dal patrimonio artistico, storico e archeologico eccezionale, l’evento assume un rilievo che supera i confini nazionali, e acquista un interesse prioritario per il pubblico dei musei. Questo è il caso del complesso museale del Foro Romano nel Parco Archeologico del Colosseo che è stato riaperto al pubblico al termine di un ciclo di lavori che hanno visto la conclusione alla fine del 2021, nel mese di dicembre.

Così, dopo un restauro durato 15 mesi e sponsorizzato in privato dalla Maison Fendi, e che ha riguardato sia la parte architettonica e sia quella decorativa, nonché la parte relativa all’illuminazione, il Tempio di Venere – tempio che Adriano volle dedicare alla dea Venere e alla dea Roma – è di nuovo visitabile nella interezza delle sue due celle, accessibile anche nell’area della cella di Roma, per anni chiusa alla visita del pubblico.

Accanto a questo restauro, una mostra e l’allestimento di uno spazio museale, un nuovo Museo Forense, raccontano e celebrano la vita e il lavoro di Giacomo Boni (Venezia, 1859 – Roma, 1925) proprio nei luoghi nei quali l’archeologo e architetto operò principalmente, nei suoi anni romani.

Una mostra diffusa su diverse aree dei Fori, tra il complesso di Santa Maria Nova, anche nota come chiesa di Santa Francesca Romana, il Tempio di Romolo, Santa Maria Antiqua e le Uccelliere Farnesiane, zone che ruotano intorno al lavoro e ai successi di Boni che, all’inizio del Novecento, scavò nel Foro Romano e nel Palatino.

Tenere uniti la tutela e il patrimonio – spiega il Ministro della Cultura Dario Franceschini in conferenza stampa in occasione della inaugurazione dei nuovi spazi museali e di esposizione – è stato l’obiettivo di Giacomo Boni, che possiamo considerare un precursore dell’articolo 9 della nostra Costituzione. Il tutto oggi mostrato al pubblico dopo un lungo impegno, che ha visto l’utilizzo dunque, di risorse pubbliche e di contributo privato, secondo una riuscita strategia attuata dal Ministero negli ultimi anni che vede per tanti progetti la necessaria integrazione tra pubblico e privato”.

Archeologo dal metodo stratigrafico, Giacomo Boni arriva a Roma con l’esperienza dei cantieri di Venezia. Innovatore e ricercatore illuminato utilizzerà una mongolfiera per scattare immagini aeree del Foro Romano, secondo una nuova modalità di documentazione e comunicazione dello scavo, che vuole restituire con le immagini una visuale d’insieme delle scoperte e dei reperti. “Mosso da una forza che prima non avevo – dirà – mi misi in cammino. Ho nella platea del Foro tutto un libro chiuso da leggere“.

Alfonsina Russo, Soprintendente per l’Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Roma, la Provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale, nel corso della inaugurazione degli spazi, avvenuta il 14 dicembre 2021 sottolinea come per questo evento “il Tempio di Romolo, rappresenti il luogo nel quale si narra la vita dell’archeologo. Dove viene riproposta al pubblico una mongolfiera che imita quella usata da Boni; mentre nella seconda sezione, a Santa Maria Nova, la novità è quella di realizzare una sezione permanente, appunto il Museo Forense dove le sale possano raccontano le grandi scoperte di Boni”.

A piano terra, affacciante sul chiostro, Giacomo Boni allestì il suo Antiquarium con le scoperte degli scavi romani. Le fotografie antiche di quegli spazi sono stati il punto di partenza e di ispirazione dello studio di architettura COR arquitectos e Flavia Chiavaroli che hanno curato la progettazione per la ristrutturazione delle sale e il percorso espositivo dell’Antiquarium. All’interno dell’esposizione itinerante e diffusa nei Fori “Giacomo Boni. L’alba della modernità”, queste nuove sale ospitano la sezione relativa alla attività archeologica forense di Giacomo Boni.

Le sale si trasformano nel suo laboratorio grazie al restauro dei pavimenti policromi, già ricostruzione del Boni, delle porte e finestre di suo disegno ed alla rinnovata resa luminosa degli ambienti. Il paesaggio esterno torna così a contaminare gli spaziQuesti diventano una sequenza di “wunderkammer”, stanze delle meraviglie, che spiegano agli ospiti l’avventura di Boni all’interno del Foro attraverso un sistema espositivo integrato, che evoca il momento dei ritrovamenti, ora raccolti ed esposti, quasi fossero cristallizzati, all’interno di grandi vetro-camere luminose. Un labirinto luminoso, fatto di vetri e di luce, che posa quasi fluttuando sul nuovo pavimento chiaro e che si sviluppa attraverso 3 sezioni: Protostoria e Arcaico con il Sepolcreto; le origini di Roma; il Foro come centro politico e religioso.

Giacomo Boni riceve nei luoghi di vita e di lavoro del Foro i suoi ospiti internazionali, da Eleonora Duse a Gabriele D’Annunzio, a Colette. Viene denominato in quegli anni , “il Profeta”: Giacomo Boni è un vero e proprio “Vate”.

  1. In mostra ancora, un cortometraggio realizzato con la collaborazione con l’Istituto Luce dona al pubblico le suggestioni e l’ambiente dell’epoca. Mentre, il Museo restituisce materiali che erano nei depositi – concetto attualissimo nella politica attuale del MiC – e che vengono riportati alla pubblica funzione. La mostra è stata curata da Alfonsina Russo, Roberta Alteri, Andrea Paribeni con Patrizia Fortini, Alessio De Cristofaro e Anna De Santis. Si articola in quattro sezioni: la vita di Boni, nel Tempio di Romolo, l’attività archeologica e il Museo Forense nel Complesso di Santa Maria Nova, la scoperta della chiesa e del ciclo pittorico bizantino nella Santa Maria Antiqua e nella rampa domizianea, il contesto culturale e artistico del primo Novecento nelle Uccelliere farnesiane. La parte relativa alla esposizione temporanea, resterà aperta al pubblico dal 15 dicembre 2021 al 30 aprile 2022. Il catalogo è Electa.

Qualificano la mia fede come un’allucinazione. Amo i monumenti più di me stesso” Giacomo Boni.

@foto di Mina Grasso