ROMA – La sanità torna a far parlare di sé e questa volta non si può semplicemente imputare il problema alla cosiddetta “malasanità” bensì alla cattiva organizzazione. È recente la notizia della denuncia, fatta dai senatori Marino e Gramazio, a proposito delle condizioni in cui era tenuta una paziente del Policlinico Umberto I di Roma in coma dopo un trauma cranico, rimasta in barella nella “piazzetta” per quattro giorni con la flebo di acqua fisiologica e legata con delle lenzuola a mani e piedi per evitare cadute. Il direttore della Dea (Dipartimento di Emergenza e Accettazione) del nosocomio romano, Claudio Modini, spiega: “E’ un fatto che capita spesso, ma in questi casi l’ammalato è comunque assistito. {la signora} E’ assistita al meglio dalle migliori professionalità medico-infermieristiche, 24 ore su 24. Certo, non dal punto di vista alberghiero: come comfort starebbe meglio se fosse ricoverata. Ma questo non dipende da noi del pronto soccorso”. E non è l’unico caso. In televisione sono state trasmesse le immagini dei pazienti del S. Camillo di Roma visitati per terra per mancanza di barelle e letti. Purtroppo i pronto soccorso, pur avendo medici e infermieri che operano con professionalità, si trovano a fronteggiare una difficile situazione. Innanzitutto la cattiva abitudine dei cittadini di abusare dei servizi di emergenza, in secondo luogo i pesanti tagli operati alla sanità negli ultimi anni. Gli stessi pm titolari del fascicolo sui reparti di emergenza hanno chiesto al Governatore del Lazio, Renata Polverini, chiarimenti sui tagli operati dalla Regione, per stabilire perché i reparti di pronto soccorso degli ospedali romani si trovino nelle attuali condizioni di disastro. Il Presidente della Commissione Parlamentare d’Inchiesta sugli errori in campo sanitario, Leoluca Orlando, sottolinea come i disagi riscontrati nel Lazio non sono un’eccezione “Ma sono un male ormai endemico che si riscontra, in generale, anche nelle altre Regioni sottoposte a Piano di Rientro: Campania, Calabria, Sicilia”; portando come esempio anche le condizioni del Pronto Soccorso del Cardarelli di Napoli, così come al Loreto Mare, dove pazienti parcheggiati in barella nei corridoi sono una costante. A proposito di questi tagli, per il Ministro Balduzzi “Le Regioni non sono obbligate a tagliare in modo indiscriminato i posti letto né ad applicare trasversalmente il blocco del turn over. Il sistema va in tilt quando il piano viene interpretato come un intervento di rientro economico e non di riorganizzazione”. La soluzione sembra quindi essere quella di tagliare gli sprechi aumentando l’efficienza. Certamente più facile a dirsi che a farsi.
Claudia Minetti