ROMA – La Corte dei Conti ha da poco diffuso una’interessante relazione, che offre una panoramica esaustiva degli interventi di promozione delle rinnovabili e dell’efficienza realizzati dalle regioni italiane con l’aiuto dei fondi europei. I contenuti della relazione sono stati approvati il 16 dicembre dalla Sezione di controllo per gli affari comunitari ed internazionali, ma la pubblicazione on-line è avvenuta lo scorso 15 febbraio. Il valore degli stanziamenti allocati a favore delle rinnovabili e dell’efficienza dal “Quadro strategico nazionale 2007-2013”, che rappresenta il documento di indirizzo per la programmazione unitaria in Italia della politica di coesione nazionale e comunitaria, è pari a 4 miliardi di euro. Si è rilevato un notevole incremento rispetto agli stanziamenti erogati nel periodo 2000-2006, che destinavano agli stessi settori 665 milioni di euro. Gli obiettivi da raggiungere sono stati promossi con la determinazione di un “quadro di regole” e finanziando ampiamente la realizzazione delle infrastrutture necessarie. L’intensificazione nel ciclo di programmazione in corso, indica un crescente riconoscimento dell’importanza attribuita allo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili, al risparmio e all’efficienza energetica. La completa attuazione degli interventi aiuterà l’Italia ad avvicinarsi all’obiettivo del 17% di produzione energetica da fonti rinnovabili, entro il 2020. Tra le dieci priorità contenute nella programmazione 2007-2013, figura il macro obiettivo “Accrescimento della qualità della vita, della sicurezza e dell’inclusione sociale nei territori” nonché la Priorità di riferimento 3, che interessa l’energia, l’ambiente e l’uso sostenibile ed efficiente delle risorse per lo sviluppo. La Priorità 3 ha come scopo anche l’incremento e la diversificazione della fruibilità di risorse energetiche insieme all’accrescimento della quota originata da fonti rinnovabili e allo sviluppo dell’efficienza e del risparmio energetica. Dagli ultimi dati disponibili a livello italiano il 30 settembre 2009 erano già stati attivati, nel contesto della Priorità 3, stanziamenti pari al 25% delle risorse programmate. I livelli di assegnazione minori sono stati registrati in Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, le cosiddette regioni “Convergenza”, con un’attivazione complessiva di 292 milioni di euro, equivalente a poco meno del 10% delle risorse predisposte in questo ambito. Alle altre regioni italiane, rientranti nell’ambito “Competitività”, sono andati approssimativamente 688 milioni di euro, una cifra che rappresenta il 24% delle risorse programmate. I finanziamenti destinati a progetti di risparmio energetico ed alla produzione di energie rinnovabili sono previsti sia per interventi su edifici pubblici che su imprese private ed ammontano a 369 milioni di euro, equivalenti al 38% delle risorse predisposte. Nonostante i significativi stanziamenti previsti per il ciclo di programmazione 2007-2013, e destinati in gran parte alle regioni dell’obiettivo Convergenza, si sono registrati dei ritardi ed un utilizzo solo parziale delle risorse assegnate. Il report della Corte dei Conti contiene un excursus sugli interventi nelle singole regioni previsti o realizzati nel settore delle energie rinnovabili, del risparmio energetico e dell’efficienza energetica. Sul piano nazionale la legislazione energetica è di competenza concorrente tra Stato e regioni e la produzione normativa risulta piuttosto disorganica e frammentaria. La relazione approfondisce l’evoluzione della normativa in materia di energia regione per regione. In particolare sono evidenziate le rilevanti differenze tra i vari territori e le complicazioni riscontrate dalle Autorità centrali nell’interpretare un efficace ruolo di allineamento e razionalizzazione. Dato questo trend, la Corte dei Conti ha invitato le regioni italiane ad una realizzazione dei programmi più rapida e accurata, soprattutto nel Mezzogiorno, dove garantire lo sfruttamento di tutte le risorse allocate non comporta necessariamente una piena efficacia ed un reale impatto degli interventi stessi. È emersa peraltro la necessità di uno sforzo per una maggiore azione di raccordo accompagnata da una sostanziale “concertazione e cooperazione inter-istituzionale tra lo Stato e le Regioni, e tra le stesse Regioni, avendo in mente il prevalente interesse generale del Paese”. In assenza di cambiamenti immediati dell’ architettura istituzionale, sarebbe utile l’elaborazione ed il rafforzamento di opportuni sistemi di cooperazione tra organi statali per consentire che le competenze e le responsabilità nazionali e regionali in questa particolare materia siano svolte ispirandosi all’interesse generale del Paese.
Eleonora M. Pani