ROMA – Sono ancora sotto i nostri occhi le immagini di devastazione trasmesse negli ultimi giorni dai telegiornali a seguito delle incredibili precipitazioni che hanno causato alluvioni e frane nel nord Italia. Purtroppo sono sempre più frequenti questi episodi e la causa va ricercata non solo nell’incessante crescita delle costruzioni e delle urbanizzazioni a discapito delle zone fertili: l’aumentare del cemento riduce, infatti, la permeabilità dei terreni, e l’acqua, accumulandosi, preme sugli argini dei fiumi già gonfi per la pioggia, e in molti casi può far aumentare la franosità dei pendii. Anche i cambiamenti climatici determinati, a loro volta, sia da naturali evoluzioni geologiche e di attività solare sia, anche in questo caso, dalla attività umana e del conseguente inquinamento prodotto, sono concausa di questi devastanti eventi.
Il grido d’allarme viene lanciato ogni volta che un episodio di cronaca – come in Veneto, a Messina o ancora prima il gravissimo evento di Sarno – riporta in primo piano il fatto che il nostro paese è a rischio idrogeologico, nonostante la sempre maggiore attenzione posta nei riguardi di questo problema: un esempio è il CUDAM (Centro Universitario per la Difesa Idrogeologica dell’Ambiente Montano) dell’Università di Trento che si occupa della prevenzione dei dissesti idrogeologici montani. Ma i dati restano allarmanti.
In Italia il 70% dei comuni è a rischio idrogeologico con picchi dell’86% in Campania e del 98% in Liguria e Toscana. Nonostante ciò parte della popolazione sembra non voler comprendere appieno a cosa si andrà incontro se non saranno modificati tanto gli atteggiamenti quanto le leggi. A tal proposito Legambiente ha organizzato dal 10 al 30 ottobre “Operazione fiumi”: un viaggio lungo la Penisola con sei tappe in altrettante regioni per realizzare iniziative dedicate al monitoraggio, alla prevenzione e all’informazione sul rischio idrogeologico, consigliando come operare nel rispetto dell’ambiente e spiegando come funziona il piano di protezione civile del proprio comune. Coinvolgendo i cittadini ma soprattutto i ragazzi delle scuole, si spera di far crescere con loro un senso di responsabilità maggiore nei confronti del nostro paese.
Claudia Minetti