Ven. Giu 20th, 2025

Falco (Corecom): La Campania, un esempio di umanità e responsabilità

Napoli. Tra il Nord e il Sud d’Italia è notevole la differenza di decessi causati dal Sars CoV2.

Questo è motivo di studi da parte degli esperti nazionali e di tutto il Mondo, quanto di confronto tra uomini di cultura ed esponenti del mondo politico e rappresentanti dei Mass media.

Domenico Falco, presidente MUGI, Movimento unitario giornalisti, a capo del Corecom Campania e per la stessa regione, vicepresidente dell’Ordine dei Giornalisti evidenzia che si è verificata questa enorme differenza che spacca praticamente in due la nazione.

Il giornalista partenopeo ricorda che “a oltre trenta giorni dall’adozione in Italia delle misure di quarantena, la situazione determinatasi con la crisi pandemica del Covid-19 è di fatto stazionaria, o per meglio dire il Paese presenta uno scenario fortemente differenziato tra le varie zone italiane”.

“Nelle regioni del Nord, il numero delle morti tocca punte di 11.185 in Lombardia, con cifre altrettanto raccapriccianti per, il Veneto con 1.026 il Piemonte 2.171, ed ancora l’Emilia Romagna con 2.903. Poi a seguire tutte le altre”.

Mimmo Falco analizza i dati recenti incominciando dalla zona settentrionale notevolmente più colpito, e di lì arriva al Meridione dove troviamo una situazione del tutto differente.

“Quando leggiamo il numero dei decessi nelle regioni meridionali la Campania 293, la Calabria 73, la Sicilia 190, la Puglia 307, ci colpisce la forte disparità di morti tra Nord e Sud” stigmatizza il presidente Corecom e percorre le motivazioni che portano a questi risultati: “per una serie di ragioni che cercherò di chiarire secondo il mio parere: primo il comportamento assunto dalle varie comunità del Nord.”

“Ricordiamo lo slogan ‘Milano non si ferma’, con tanto di foto con illustri personaggi a bere aperitivi nei locali alla moda – rammenta Falco – ed ancora l’egoismo e la smania di fare soldi e non fermare le attività industriali e commerciali, con i mezzi di trasporto (metropolitane ed autobus) zeppi all’inverosimile. Ed ancora, la concezione e la gestione delle RSA (le case di riposo per anziani) prive di un fattore imprescindibile che è quello dell’umanità, che deve accompagnare sempre le cure mediche, hanno determinato una situazione catastrofica e che ha fatto registrare morti a migliaia” sostiene il responsabile MUGI.

“Al Sud, invece, abbiamo constatato un atteggiamento diverso da parte della popolazione, che ha veramente attuato il ‘distanziamento fisico’” conclude.

Semplicemente. Parole nelle quali si evidenzia un approccio alla vita e alla gestione dei rapporti umani che fa la differenza e determina risultati assolutamente opposti.

L’ analisi della realtà attuale e di quello che si è verificato in precedenza dall’inizio dell’emergenza Coronavirus, apre alla speranza che per fine maggio la Campania possa essere fuori dal periodo critico, affrontato in maniera efficace.

Queste settimane che ci separano dal 4 maggio, individuato da molti come l’inizio del recupero della libertà, risultano essere basilari per la tutela dal rischio di diffusione di un contagio che finora è stato adeguatamente contenuto, per quanto in una regione quale è appunto la Campania, ad altissima densità della popolazione, nella quale le strutture sanitarie sono poche – ridotte drasticamente ada una politica errata che ha puntato su un ingiustificato risparmio a discapito della Salute pubblica – e dispongono di posti letto assolutamente insufficienti molto limitati. Anche se qui vi sono eccellenze indiscusse e un ottimo personale sanitario e parasanitario che ha dimostrato ancora una volta grande competenza, affidabilità, responsabilità, senso del dovere e umanità non comuni.

È vincente il principio della Napoletanità: aiutarsi l’un l’altro è regola secolare, a partire dal “caffè sospeso” e dalla “pizza solidale” fino al “panaro solidale”di questi giorni: “chi può metta, chi non può, prenda”: il modo d’intendere e di “campare” di un Popolo che ha fatto dell’arte di arrangiarsi una filosofia di vita che può essere un grande insegnamento per tutti.

Si attende ora che il rischio venga al più presto azzerato, eliminando i fattori scatenanti e proseguendo sulla strada della collaborazione e del rispetto dell’altro, della salute e della vita, iniziando dai più deboli che tutti dobbiamo tutelare.

Armando Giuseppe Mandile

 

di Redazione

Giornalista Professionista. Direttore di New Media Press

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