Ven. Giu 20th, 2025

“Mulignane” al Sancarluccio con Gea Martire

L’amore deviato, accettare la violenza per sentirsi viva, per illudersi di essere destinataria d’amore. Con Gea Martire, “Mulignane” al Sancarluccio 

“Mulignane” sul corpo, mulignane sulla mente. Quali lividi sono più dolorosi per una donna violata? Quelli che appaiono con i loro scuri colori o quelli che rimangono impressi nei ricordi? Con spirito critico, mai penoso, mai autocommiserevole, a tratti con humor,  Gea Martire, presenta giovedì 28 e sabato 30 aprile e domenica 1 maggio il suo nuovo spettacolo al nuovo Teatro Sancarluccio.

Scritto da Francesca Prisco e diretto da Antonio Capuano, il lavoro affronta il tema delicato ed estremamente attuale della diffusa solitudine che affligge tante donne, prostrate in una condizione di vita fatta di altalenanti speranze e delusioni. Lontana, a volte vicina, comunque inafferrabile, la realizzazione sentimentale, meta raramente dichiarata, frequentemente taciuta. Il desiderio/bisogno di avere un uomo accanto, per ci si è disposte ad accettare anche un duro compromesso, la violenza, l’ok traggono, l’essere usate. Tutto questo per potersi sentire vive in quanto desiderate anzi, oggetto di desiderio, oggetto sessuale.
È una donna drammaticamente vera, sopraffatta dalle necessità della quotidianità, polarmente divisa tra piccole grandi speranze e gioie quella che il pubblico si ritrova davanti nella intensa interpretazione di Gea Martire. Il suo modo impacciato di affrontare la vita rende la protagonista tenera, per alcuni versi quasi ridicola, con i suoi modi tragicomici visibilmente impacciati nell’affrontare la vita.
Afflitta da problemi lavorativi e familiari, lei cerca l’amore vero. E trova Peppino che diventa il suo giovane amante. Peppino è attratto dalla sua goffaggine, dalla sua semplicità e soprattutto, dalla sua disponibilità a fare sesso estremo e a sottomettersi in giochi di spinto sadomasochismo.
Come accade puntualmente nella stragrande maggioranza di queste situazioni, anche in questa scenica sono i bisogni e le lacune affettive che portano la donna ad accettare questa situazione e a farle vivere con la massima intensità la storia con Peppino. È una storia “compensatrice” al negativo, fatta di sevizie fisiche più che di amore autentico. Laddove la tenerezza è un miraggio e le gioie effimere.
Questa relazione sarà comunque per lei fonte di esperienza generatrice di nuova vita.  La protagonista conquisterà una autostima prima insperata e riuscirà a prendere coscienza della sua nascosta avvenenza fino alla radicale trasformazione. Da tardona sfigata diventerà una donna sensuale ed attraente. Una donna di stile, ammirata e desiderata da tutti ma non dal suo amato Peppino.
Gea Martire, attrice apprezzata dal largo pubblico grazie alla sua grande capacità comunicativa ed allo stile recitativo originale ed efficace, è nota anche per la partecipazione a numerosi film e fiction di successo. In questa rappresentazione di livello, con estrema agilità interpretativa passa dalla vena comica a quella tragica, confermando ulteriormente – ove si ve ne fosse stata necessità – il ruolo di leader su palcoscenico.
Intensa è riuscita l’intesa professionale col regista mattatrice del palcoscenico, grazie alla calibrata ed efficace regia di Antonio Capuano, che con esperta capacità ne valorizza talento e ruolo.
Ne risulta una occasione ricca di spunti di  riflessione sulle infinite e possibili verità dell’amore, per la platea attenta e ricettiva, che risulta rapita da una vigorosa interpretazione al femminile di un personaggio inizialmente debole – in cui molte donne si rispecchieranno almeno parzialmente o vedranno l’amica, la conoscente, la parente – di rara preziosità ed efficacia.
Spettacolo vietato ai minori di anni 14.
Teresa Lucianelli

di Redazione

Giornalista Professionista. Direttore di New Media Press

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