di Teresa Lucianelli
Napoli. Chiaro orientamento europeista per la sentenza emessa di recente dal Tribunale di Napoli in tema di formazione obbligatoria e tutela dei diritti dei lavoratori.
I giudici, accogliendo le motivazioni esposte estrema precisione e corredata da dovizia di particolari, dall’avv. Giovanni della Corte, di Pomigliano d’Arco, a tutela dei diritti del suo assistito – dipendente dell’Abc Napoli – hanno stabilito che le ore di formazione obbligatoria imposte dal datore di lavoro debbano essere retribuite, anche qualora siano svolte al di fuori dell’orario di lavoro.
Il pronunciamento rappresenta una significativa vittoria per i diritti dei lavoratori, conforme alla normativa europea: si evidenzia un preciso indirizzo giurisprudenziale orientato a garantire la giusta retribuzione, compresa quella riguardante il tempo impiegato nella formazione professionale obbligatoria. E, a riguardo, emerge una maggiore equità nella gestione e complessivamente dell’orario di lavoro, nel quale rientra.
La vicenda che ha portato a questa innovativa sentenza riguarda F.B., sindacalista della Failms e dipendente dell’Abc Napoli, ottimamente assistito dall’avvocato Giovanni Della Corte. Il lavoratore era stato obbligato a frequentare corsi di formazione, alcuni dei quali si svolgevano fuori dell’orario di lavoro ordinario, ma non aveva ricevuto retribuzione. Pure se l’art. 20 del CCNL Acqua e Gas prevede questa possibilità, l’avv. Della Corte, ha contestato con successo la mancata retribuzione, e ha chiesto la disapplicazione del CCNL, perché considerato in contrasto con la normativa europea.
In particolare, il noto legale ha collegato le ragioni avanzate all’art. 2 della Direttiva 2003/88/CE, che riferendosi all’orario di lavoro, lo menziona espressamente come “qualsiasi periodo in cui il lavoratore sia al lavoro, a disposizione del datore di lavoro e nell’esercizio della sua attività o delle sue funzioni”.
Va precisato che la norma europea distingue con chiarezza tra orario di lavoro e periodo di riposo, escludendo che il tempo di formazione possa essere considerato riposo e, conseguentemente, nega la possibilità di non provvedere alla regolare retribuzione.
“La decisione del Tribunale di Napoli assume particolare rilievo perché evidenzia l’ampliamento del concetto di retribuzione, secondo i parametri europei, così come già è avvenuto nel caso delle ferie, garantendo l’uniformità salariale fuori dell’orario di lavoro – ha evidenziato l’avv. Giovanni Della Corte – e lo scopo è una retribuzione che risponda a criteri non discriminatori, oggettivi e neutri l, sotto tutti i profili lavorativi, cosi da includere nel compenso erogato le competenze, l’impegno, le responsabilità e le condizioni di lavoro di ogni prestatore, eliminando gli ostacoli che si frappongono alla piena realizzazione dell’individuo come lavoratore e come persona”.
Quanto deciso dal Tribunale di Napoli ribadisce e rafforza un principio rilevante: il tempo impiegato per adempiere a obblighi formativi imposti dal datore di lavoro, deve essere comunque riconosciuto e retribuito, coerentemente con la normativa europea.
Risulta affermata una visione attuale più equa delle dinamiche lavorative e della gestione dell’orario di lavoro e della formazione professionale per i lavoratori di tutti i settori. È un’importante vittoria per i diritti dei lavoratori.
Si apre un rilevante dibattito sulla necessità di aggiornare e adeguare la contrattazione collettiva, in linea con i principi della normativa comunitaria.