ROMA – Il vertice notturno a Palazzo Grazioli tra il premier Berlusconi e il leader della
Lega Bossi ha dato esito alla lettera di intenti che il primo ministro italiano ha inviato ai leader dell’Unione Europea, dove vengono individuati i piani di intervento per favorire la crescita del paese e ridurre il debito. Uno dei nodi principali riguarda ancora una volta il sistema pensionistico italiano. In realtà il tavolo delle proposte era molto più ricco di quanto poi si è ottenuto dagli accordi di governo: anticipo al 2012 dell’aggiornamento dei requisiti di pensione (sia di vecchiaia che di anzianità) adeguandoli alla speranza di vita; innalzamento dell’età per la pensione di vecchiaia da 65 a 67 anni; anticipo della quota “97” (almeno 61 anni d’età e 36 anni di contributi) per la pensione di anzianità o introduzione di una quota “100” per un minimo di 40 anni di contributi e 60 anni di età. Alla fine, per intervento della Lega, la pensione di anzianità non è stata toccata ed è rimasto quindi il progetto dell’innalzamento graduale dell’età pensionabile a 67 anni.In realtà la manovra non stravolgerebbe di molto il sistema attuale. La legge italiana già prevede che, nel caso di lavoratore dipendente uomo, si maturi il diritto alla pensione di vecchiaia a 65 anni (dal 2012 anche per le dipendenti del settore pubblico). A causa della finestra mobile, però, la decorrenza della pensione avverrà esattamente 12 mesi dopo (18 nel caso dei lavoratori autonomi) pertanto, a oggi, l’età per la pensione di vecchiaia è di 66 anni.Dal primo gennaio 2013 poi, l’età pensionabile aumenterà di 3 mesi e così si procederà di 3 mesi ogni tre anni. Con questo meccanismo nel 2026 si andrà in pensione a 67 anni e 3 mesi. Le donne del settore privato, invece, a seguito della manovra di agosto, nel 2026 andranno in pensione effettiva a 66 anni e 9 mesi.Per lo meno dal punto di vista delle pensioni, quindi, non si vede quali siano le novità.
Claudia Minetti