Ven. Giu 20th, 2025

2020: un futuro di depressi

ROMA – Diversi studi recenti attestano la depressione come il male del futuro. Il consumo di antidepressivi è in crescita costante e sembrerebbe salire a picco nei mesi invernali, come rilevato dall’American Psychiatric Association, sempre attiva nella diagnosi dei disturbi mentali.

Ma i farmaci possono far guarire la mente? Secondo i bilanci delle industrie farmaceutiche è possibilissimo poiché i disturbi psichici nascono da uno squilibrio chimico del cervello. Fatto sta che secondo un rapporto dell’Ocse, nel 2020 la depressione seguirà le malattie cardiovascolari nella classifica delle cause di morte. Insomma le teste più curate dall’inizio della storia dell’uomo sono le più soggette addirittura a rimetterci la pelle.

Tale paradosso nasce, secondo altre scuole di pensiero che tendono a boicottare la professione psichiatrica e, dunque, l’industria farmaceutica, dal fatto che i deficit chimici del cervello sono stati inventati proprio da chi poi ha prodotto i farmaci destinati a curarli e, vedendo bene ciò che succede alle menti delle persone rinchiuse in certi centri, non sembra questa essere un’ipotesi priva di fondamento. Una sorta di effetto placebo sarebbe ciò che viene imputato al leggero miglioramento degli antidepressivi, almeno secondo alcuni autorevoli psichiatri studiosi  dell’effetto terapeutico auto suggestivo. Ma c’è anche chi mette in gioco l’esigenza di autorevolezza degli psichiatri in questo legame fruttuoso tra gli stessi e le case farmaceutiche. In sostanza il complesso di inferiorità degli psichiatri dovuto al non riconoscimento dei disturbi mentali come vera e propria malattia, è riuscito a venir meno con il riconoscimento di “organicità” degli stessi e con la possibilità di intervenire con dei medicinali che, come un gatto che si morde la cosa, farebbero nascere nuovi disagi e nuove malattie perché a lungo andare il medicinale cronicizza i sintomi fino a che il cervello non è più in grado di produrre autonomamente i livelli adeguati di quelle sostanze (come serotonina o adopamina) che ci fanno star bene.

Questo il quadro che è venuto a disegnare una società scientificamente avanzata il cui desiderio di business è riuscito a trasformare ogni aspetto sociale ed individuale, dalla creazione del bisogno di un prodotto alla moda, all’induzione al consumo di farmaci per la salute mentale, nel cui caso non è solo il portafoglio però a rimetterci le penne.

Vittoria Citarelli

di Redazione

Giornalista Professionista. Direttore di New Media Press

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